Una sera, due crostate e quindici biscotti

Il giugno che è passato mi è scivolato tra le dita senza che me accorgessi. Quando si parla di qualità della vita credo si consideri poco quanto tempo passi senza coscienza, anestetizzati dalle - spesso altrui - ansie e incombenze. Mi ritrovo a luglio, con una casa mezzo imbiancata di fresco - per scelta - e una cucina sotto-utilizzata. Solo una sera di crostate è stata degna di nota, buona per sperimentare la frolla superfondente di Artemisia, che ho rielaborato aggiungendo una minuzia di uova alla ricetta
originale. Volevo celebrare un'allegria di naufragi, una di quelle schegge di bagliore in un periodo scuro scuro.


Due torte, così, da condividere con i colleghi. Con le dosi che riporto sono uscite una teglia da crostata da 28 cm, una teglia rotonda da torta (quel che passa il convento) da 20 e una quindicina di sottili biscotti guarniti con gocce fondenti di cioccolato e sale di Maldon.
Nel robot da cucina ho messo 600 grammi di farina, 150 grammi di burro di montagna e 150 di burro salato, 150 di zucchero. Ho fatto andare fino a consistenza sbriciolata. Non mi sono fidata e ho aggiunto 2 tuorli e qualche goccia d'acqua fredda. Ancora qualche colpo di lama, poi ho riordinato a mano l'impasto (è molto fragile). La prossima volta farò in due tornate. Per quanto capiente, il mio robot ha sopportato a fatica le quantità. Maledetta fretta. Canonico riposo in frigo. Per me, viste le temperature tropicali di Milano, una quarantina di minuti in freezer. Dopo il riposo il composto è fantastico. Non si appiccica, non si sfalda, è maneggevole. L'ho battuto (la frolla non la stendo, la batto con il mattarello come consigliano le sorelle Simili) fino a spessore sottile e ho farcito la teglia grande con semplice marmellata di albicocche Rigoni (mi piace abbastanza, la preferirei più aspra), e quella piccola - come suggerisce Artemisia - con marmellata di arance amare e un cucchiaio di gocce di cioccolato.Preferita la seconda e non posso che associarmi. Con i resti ho rimediato dei biscotti in cui ho schiacciato gocce di cioccolato e sale di Maldon. Questi sono finiti nell'ufficio del Collaboratore. Ricordano gli shortbread, solo più sottili.


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